47A� Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Il manifesto della Giornata

Il Centro Nazionale Vocazioni della CEI, nella a�?domenica del Buon Pastorea�?, propone a tutte le comunitA� cristiane e oranti che si ritrovano nel Giorno del Signore, di vivere un momento forte di sensibilizzazione, riflessione e preghiera sul significato e la��importanza della a�?chiamata vocazionalea�? nella vita di ogni battezzato. In particolare, oggi vogliamo ricordare tutte le a�?vite chiamatea�? che, con un SA� totale e radicale, hanno donato il proprio cuore e la propria esistenza al servizio di Dio e di tanti fratelli e sorelle, bisognosi di consolazione, di aiuto concreto e di speranza nel cammino spesso nebuloso e confuso della vita. Lo slogan include anche il senso di due eventi importanti che in questo anno si intrecciano tra di loro: la��Anno Sacerdotale, indetto da Papa Benedetto XVIA�, che ha sullo sfondo la figura umanamente semplice e dimessa del S. Curato da��Ars: a�?la stola e la crocea�?a�� il Sacramento della Riconciliazione e la��abbandono amoroso della propria esistenza al Crocifisso Risorto.La forte sottolineatura presente nel messaggio del Papa: a�?la testimonianza di vita suscita Vocazionia�?. Ea�� la��invito, la��impegno, la profezia per essere testimoni coerenti e sereni, in un mondo frastornato da tante a�?cattive notiziea�?; per raccontare la gioia di un incontro che puA? cambiare profondamente ogni esistenza: la��incontro con il Signore GesA?.

MESSAGGIO DEL SANTO PADREPER LA XLVII GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

a�?La testimonianza suscita vocazionia�?

Venerati Fratelli nella��Episcopato e nel Sacerdozio,

cari fratelli e sorelle!

La 47a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebrerA� la IV domenica di Pasqua – domenica del a�?Buon Pastorea�? – il 25 aprile 2010, mi offre la��opportunitA� di proporre alla vostra riflessione un tema che ben si intona con la��Anno Sacerdotale: La testimonianza suscita vocazioni. La feconditA� della proposta vocazionale, infatti, dipende primariamente dalla��azione gratuita di Dio, ma, come conferma la��esperienza pastorale, A? favorita anche dalla qualitA� e dalla ricchezza della testimonianza personale e comunitaria di quanti hanno giA� risposto alla chiamata del Signore nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata, poichA� la loro testimonianza puA? suscitare in altri il desiderio di corrispondere, a loro volta, con generositA� alla��appello di Cristo. Questo tema A? dunque strettamente legato alla vita e alla missione dei sacerdoti e dei consacrati. Pertanto, vorrei invitare tutti coloro che il Signore ha chiamato a lavorare nella sua vigna a rinnovare la loro fedele risposta, soprattutto in questa��Anno Sacerdotale, che ho indetto in occasione del 150A� anniversario della morte di san Giovanni Maria Vianney, il Curato da��Ars, modello sempre attuale di presbitero e di parroco.

GiA� nella��Antico Testamento i profeti erano consapevoli di essere chiamati con la loro esistenza a testimoniare ciA? che annunciavano, pronti ad affrontare anche la��incomprensione, il rifiuto, la persecuzione. Il compito affidato loro da Dio li coinvolgeva completamente, come un a�?fuoco ardentea�? nel cuore, che non si puA? contenere (cfr Ger 20,9), e perciA? erano pronti a consegnare al Signore non solo la voce, ma ogni elemento della loro esistenza. Nella pienezza dei tempi, sarA� GesA?, la��inviato del Padre (cfr Gv 5,36), a testimoniare con la sua missione la��amore di Dio verso tutti gli uomini, senza distinzione, con particolare attenzione agli ultimi, ai peccatori, agli emarginati, ai poveri. Egli A? il sommo Testimone di Dio e del suo anelito per la salvezza di tutti. Alla��alba dei tempi nuovi, Giovanni Battista, con una vita interamente spesa per preparare la strada a Cristo, testimonia che nel Figlio di Maria di Nazaret si adempiono le promesse di Dio. Quando lo vede venire al fiume Giordano, dove stava battezzando, lo indica ai suoi discepoli come a�?la��agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondoa�? (Gv 1,29). La sua testimonianza A? tanto feconda, che due dei suoi discepoli a�?sentendolo parlare cosA�, seguirono GesA?a�? (Gv 1,37).

Anche la vocazione di Pietro, secondo quanto scrive la��evangelista Giovanni, passa attraverso la testimonianza del fratello Andrea, il quale, dopo aver incontrato il Maestro e aver risposto al suo invito a rimanere con Lui, sente il bisogno di comunicargli subito ciA? che ha scoperto nel suo a�?dimorarea�? con il Signore: a�?Abbiamo trovato il Messia – che si traduce Cristo – e lo condusse da GesA?a�? (Gv 1,41-42). CosA� avvenne per Natanaele, Bartolomeo, grazie alla testimonianza di un altro discepolo, Filippo, il quale gli comunica con gioia la sua grande scoperta: a�?Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto MosA?, nella Legge, e i Profeti: GesA?, il figlio di Giuseppe, di Nazareta�? (Gv 1,45). La��iniziativa libera e gratuita di Dio incontra e interpella la responsabilitA� umana di quanti accolgono il suo invito a diventare strumenti, con la propria testimonianza, della chiamata divina. Questo accade anche oggi nella Chiesa: Iddio si serve della testimonianza di sacerdoti, fedeli alla loro missione, per suscitare nuove vocazioni sacerdotali e religiose al servizio del Popolo di Dio. Per questa ragione desidero richiamare tre aspetti della vita del presbitero, che mi sembrano essenziali per una��efficace testimonianza sacerdotale.

Elemento fondamentale e riconoscibile di ogni vocazione al sacerdozio e alla consacrazione A? la��amicizia con Cristo. GesA? viveva in costante unione con il Padre, ed A? questo che suscitava nei discepoli il desiderio di vivere la stessa esperienza, imparando da Lui la comunione e il dialogo incessante con Dio. Se il sacerdote A? la�� a�?uomo di Dioa�?, che appartiene a Dio e che aiuta a conoscerlo e ad amarlo, non puA? non coltivare una profonda intimitA� con Lui, rimanere nel suo amore, dando spazio alla��ascolto della sua Parola. La preghiera A? la prima testimonianza che suscita vocazioni. Come la��apostolo Andrea, che comunica al fratello di aver conosciuto il Maestro, ugualmente chi vuol essere discepolo e testimone di Cristo deve averlo a�?vistoa�? personalmente, deve averlo conosciuto, deve aver imparato ad amarlo e a stare con Lui.

Altro aspetto della consacrazione sacerdotale e della vita religiosa A? il dono totale di sA� a Dio. Scrive la��apostolo Giovanni: a�?In questo abbiamo conosciuto la��amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratellia�? (1 Gv 3,16). Con queste parole, egli invita i discepoli ad entrare nella stessa logica di GesA? che, in tutta la sua esistenza, ha compiuto la volontA� del Padre fino al dono supremo di sA� sulla croce. Si manifesta qui la misericordia di Dio in tutta la sua pienezza; amore misericordioso che ha sconfitto le tenebre del male, del peccato e della morte. La��immagine di GesA? che nella��Ultima Cena si alza da tavola, depone le vesti, prende un asciugamano, se lo cinge ai fianchi e si china a lavare i piedi agli Apostoli, esprime il senso del servizio e del dono manifestati nella��intera sua esistenza, in obbedienza alla volontA� del Padre (cfr Gv 13,3-15). Alla sequela di GesA?, ogni chiamato alla vita di speciale consacrazione deve sforzarsi di testimoniare il dono totale di sA� a Dio. Da qui scaturisce la capacitA� di darsi poi a coloro che la Provvidenza gli affida nel ministero pastorale, con dedizione piena, continua e fedele, e con la gioia di farsi compagno di viaggio di tanti fratelli, affinchA� si aprano alla��incontro con Cristo e la sua Parola divenga luce per il loro cammino. La storia di ogni vocazione si intreccia quasi sempre con la testimonianza di un sacerdote che vive con gioia il dono di se stesso ai fratelli per il Regno dei Cieli. Questo perchA� la vicinanza e la parola di un prete sono capaci di far sorgere interrogativi e di condurre a decisioni anche definitive (cfr Giovanni Paolo II, Esort. ap. post-sinod. Pastores dabo vobis, 39).

Infine, un terzo aspetto che non puA? non caratterizzare il sacerdote e la persona consacrata A? il vivere la comunione. GesA? ha indicato come segno distintivo di chi vuol essere suo discepolo la profonda comunione nella��amore: a�?Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altria�? (Gv 13,35). In modo particolare, il sacerdote deva��essere uomo di comunione, aperto a tutti, capace di far camminare unito la��intero gregge che la bontA� del Signore gli ha affidato, aiutando a superare divisioni, a ricucire strappi, ad appianare contrasti e incomprensioni, a perdonare le offese. Nel luglio 2005, incontrando il Clero di Aosta, ebbi a dire che se i giovani vedono sacerdoti isolati e tristi, non si sentono certo incoraggiati a seguirne la��esempio. Essi restano dubbiosi se sono condotti a considerare che questo A? il futuro di un prete. A? importante invece realizzare la comunione di vita, che mostri loro la bellezza della��essere sacerdote. Allora, il giovane dirA�: a�?questo puA? essere un futuro anche per me, cosA� si puA? viverea�? (Insegnamenti I, [2005], 354). Il Concilio Vaticano II, riferendosi alla testimonianza che suscita vocazioni, sottolinea la��esempio di caritA� e di fraterna collaborazione che devono offrire i sacerdoti (cfr Decreto Optatam totius, 2).

Mi piace ricordare quanto scrisse il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II: a�?La vita stessa dei presbiteri, la loro dedizione incondizionata al gregge di Dio, la loro testimonianza di amorevole servizio al Signore e alla sua Chiesa – una testimonianza segnata dalla scelta della croce accolta nella speranza e nella gioia pasquale -, la loro concordia fraterna e il loro zelo per la��evangelizzazione del mondo sono il primo e il piA? persuasivo fattore di feconditA� vocazionalea�? (Pastores dabo vobis, 41). Si potrebbe dire che le vocazioni sacerdotali nascono dal contatto con i sacerdoti, quasi come un prezioso patrimonio comunicato con la parola, con la��esempio e con la��intera esistenza.

Questo vale anche per la vita consacrata. La��esistenza stessa dei religiosi e delle religiose parla della��amore di Cristo, quando essi lo seguono in piena fedeltA� al Vangelo e con gioia ne assumono i criteri di giudizio e di comportamento. Diventano a�?segno di contraddizionea�? per il mondo, la cui logica spesso A? ispirata dal materialismo, dalla��egoismo e dalla��individualismo. La loro fedeltA� e la forza della loro testimonianza, poichA� si lasciano conquistare da Dio rinunciando a se stessi, continuano a suscitare nella��animo di molti giovani il desiderio di seguire, a loro volta, Cristo per sempre, in modo generoso e totale. Imitare Cristo casto, povero e obbediente, e identificarsi con Lui: ecco la��ideale della vita consacrata, testimonianza del primato assoluto di Dio nella vita e nella storia degli uomini.

Ogni presbitero, ogni consacrato e ogni consacrata, fedeli alla loro vocazione, trasmettono la gioia di servire Cristo, e invitano tutti i cristiani a rispondere alla��universale chiamata alla santitA�. Pertanto, per promuovere le vocazioni specifiche al ministero sacerdotale ed alla vita consacrata, per rendere piA? forte e incisivo la��annuncio vocazionale, A? indispensabile la��esempio di quanti hanno giA� detto il proprio a�?sia�? a Dio e al progetto di vita che Egli ha su ciascuno. La testimonianza personale, fatta di scelte esistenziali e concrete, incoraggerA� i giovani a prendere decisioni impegnative, a loro volta, che investono il proprio futuro. Per aiutarli A? necessaria quella��arte della��incontro e del dialogo capace di illuminarli e accompagnarli, attraverso soprattutto quella��esemplaritA� della��esistenza vissuta come vocazione. CosA� ha fatto il Santo Curato da��Ars, il quale, sempre a contatto con i suoi parrocchiani, a�?insegnava soprattutto con la testimonianza di vita. Dal suo esempio, i fedeli imparavano a pregarea�? (Lettera per la��Indizione della��Anno Sacerdotale, 16 giugno 2009).

Possa ancora una volta questa Giornata Mondiale offrire una preziosa occasione a molti giovani per riflettere sulla propria vocazione, aderendovi con semplicitA�, fiducia e piena disponibilitA�. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, custodisca ogni piA? piccolo germe di vocazione nel cuore di coloro che il Signore chiama a seguirlo piA? da vicino; faccia sA� che diventi albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e della��intera umanitA�. Per questo prego, mentre imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

Queste le parole del Papa introducendo oggi la preghiera del Regina Coeli in Piazza San Pietro:

Cari fratelli e sorelle,

in questa quarta Domenica di Pasqua, detta “del Buon Pastore”, si celebra la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che questa��anno ha per tema: “La testimonianza suscita vocazioni”, tema “strettamente legato alla vita e alla missione dei sacerdoti e dei consacrati” (Messaggio per la XLVII G. M. di preghiera per le vocazioni, 13 novembre 2009). La prima forma di testimonianza che suscita vocazioni A? la preghiera (cfr ibid.), come ci mostra la��esempio di santa Monica che, supplicando Dio con umiltA� ed insistenza, ottenne la grazia di veder diventare cristiano suo figlio Agostino, il quale scrive: “Senza incertezze credo e affermo che per le sue preghiere Dio mi ha concesso la��intenzione di non preporre, non volere, non pensare, non amare altro che il raggiungimento della veritA�” (De Ordine II, 20, 52, CCL 29, 136). Invito, pertanto, i genitori a pregare, perchA� il cuore dei figli si apra alla��ascolto del Buon Pastore, e “ogni piA? piccolo germe di vocazione a�� diventi albero rigoglioso, carico di frutti per il bene della Chiesa e della��intera umanitA�” (Messaggio cit.). Come possiamo ascoltare la voce del Signore e riconoscerlo? Nella predicazione degli Apostoli e dei loro successori: in essa risuona la voce di Cristo, che chiama alla comunione con Dio e alla pienezza della vita, come leggiamo oggi nel Vangelo di san Giovanni: “Le mie pecore ascoltano la mia voce ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperA� dalla mia mano” (Gv 10,27-28). Solo il Buon Pastore custodisce con immensa tenerezza il suo gregge e lo difende dal male, e solo in Lui i fedeli possono riporre assoluta fiducia.

In questa Giornata di speciale preghiera per le vocazioni, esorto in particolare i ministri ordinati, affinchA�, stimolati dalla��Anno Sacerdotale, si sentano impegnati “per una piA? forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo di oggi” (Lettera di indizione). Ricordino che il sacerdote “continua la��opera della Redenzione sulla terra”; sappiano sostare volentieri davanti al tabernacolo”; aderiscano “totalmente alla propria vocazione e missione mediante una��ascesi severa”; si rendano disponibili alla��ascolto e al perdono; formino cristianamente il popolo a loro affidato; coltivino con cura la “fraternitA� sacerdotale” (cfr ibid.). Prendano esempio da saggi e zelanti Pastori, come fece san Gregorio di Nazianzo, il quale cosA� scriveva alla��amico fraterno e Vescovo san Basilio: “Insegnaci il tuo amore per le pecore, la tua sollecitudine e la tua capacitA� di comprensione, la tua sorveglianza a�� la severitA� nella dolcezza, la serenitA� e la mansuetudine nella��attivitA� a�� i combattimenti in difesa del gregge, le vittorie a�� conseguite in Cristo” (Oratio IX, 5, PG 35, 825ab).

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