Odissea della politica

Comunicato stampa del presidente di Pax Christi Italia

Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi ha denunciato le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantitA� enormi di armi, anche dopo la sua visita in Italia, sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il Colonnello era giA� in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico.

Mentre parlano solo le armi, si resta senza parole. Ammutoliti, sconcertati. Anche noi di Pax Christi, come tante altre persone di buona volontA�.

Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi, con altri, ha denunciando le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantitA� enormi di armi senza dire nulla, anche dopo la sua visita in Italia a�?sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il dio interesse A? un dio assoluto, totalitario, a cui tutto va immolato. Anche a costo di imprigionare innocenti, torturarli, privarli di ogni diritto, purchA� accada lontano da qui. In Libia.a�? (Pax Christi 2 settembre 2010).

Il Colonnello era giA� in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico!
Non possiamo tacere la triste veritA� di una��operazione militare che, per quanto legittimata dal voto di una incerta e divisa comunitA� internazionale, porterA� ulteriore dolore in una��area cosA� delicata ed esplosiva, piena di incognite ma anche di speranze. Le operazioni militari contro la Libia non ci avvicinano alla��alba, come si dice, ma costituiscono una��uscita dalla razionalitA�, una�� a�?odisseaa�? perchA? viaggio dalla meta incerta e dalle tappe contraddittorie a causa di una debolezza della politica.

Di fronte a questi fatti, vogliamo proporre cinque passi di speranza e uno sguardo di fede.

1) Constatiamo la��assenza della politica e la fretta della guerra. Ea�� evidente a tutti che non si sono messe in opera tutte le misure diplomatiche, non sono state chiamate in azione tutte le possibili forze di interposizione. La��opinione pubblica deve esserne consapevole e deve chiedere un cambiamento della gestione della politica internazionale.

2) Si avverte la mancanza di una polizia internazionale che garantisca il Diritto dei popoli alla autodeterminazione.

3) Non vogliamo arrenderci alla logica delle armi. Non possiamo accettare che i conflitti diventino guerre. Teniamo desto il dibattito a proposito delle azioni militari, chiediamo che esse siano il piA? possibile limitate e siano accompagnate da seri impegni di mediazione. PerchA? si sceglie sempre e solo la strada della guerra? Ce lo hanno chiesto piA? volte in questi anni i tanti amici che abbiamo in Bosnia, in Serbia, in Kosovo, in Iraq.

4) Operiamo in ogni ambito possibile di confronto e di dialogo perchA� si faccia ogni sforzo cosA� che la��attuale attacco armato non diventi anche una guerra di religione. In particolare vogliamo rivolgerci al mondo musulmano e insieme, a partire dalla��Italia, invocare il Dio della Pace e della��Amore, non della��odio e della guerra. Ce lo insegnano tanti testimoni che vivono in molte zone di guerra.

5) Come Pax Christi continuiamo con rinnovata consapevolezza la campagna per il disarmo contro la produzione costosissima di cacciabombardieri F-35. Inoltre invitiamo tutti a mobilitarsi per la difesa della attuale legge sul commercio delle armi, ricordiamo anche le parole accorate di d.Tonino Bello: a�?dovremmo protenderci nel Mediterraneo non come a�?arco di guerraa�? ma come a�?arca di pacea�?.

Giovanni Paolo II per molti anni ha parlato dei fenomeni bellici contemporanei come a�?avventura senza ritornoa�?, a�? spirale di lutto e di violenzaa�?, a�?abisso del malea�?, a�?suicidio della��umanitA�a�?, a�?criminea�?, a�?tragedia umana e catastrofe religiosaa�?. Per lui a�?le esigenze della��umanitA� ci chiedono di andare risolutamente verso la��assoluta proscrizione della guerra e di coltivare la pace come bene supremo, al quale tutti i programmi e tutte le strategie devono essere subordinatia�? (12 gennaio 1991).

In questa prospettiva Pax Cristi ricorda ai suoi aderenti che il credente riconosce nei mali collettivi, o strutture di peccato, quel mistero della��iniquitA� che sfugge alla��atto della��intelligenza e tuttavia A? osservabile nei suoi effetti storici. Nella fede comprendiamo che di questi mali sono complici anche la��acquiescenza dei buoni, la pigrizia di massa, il rifiuto di pensare. Chi A? discepolo del Vangelo non smette mai di cercare di comprendere quali sono state le complicitA�, le omissioni, le colpe. E allo stesso tempo con ogni mezzo della��azione culturale tende a mettere a fuoco la veritA� su Dio e sulla��uomo.

Sua Ecc.za Mons. Giovanni Giudici

presidente di Pax Christi Italia

Pavia, 21 marzo 2011

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