Giacomo saluta il Card. Scola

Questo A? il discorso con cui Giacomo Poretti (del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo) ha dato il benvenuto al nuovo arcivescovo di Milano, il card. Angelo Scola.

Due cose sono state fondamentali per la mia vita: Milano e i preti. Tra me e Milano A? stato un amore a prima vista. Con i preti invece… ci ho messo un poa�� di piA?.a�?a�?La prima volta che sono venuto a Milano avevo 5 anni ed ero alto 90 centimetri, ero in compagnia del mio papA�, che benchA� ne avesse 30 di anni, superava di poco il metro; siamo entrati nello stadio di San Siro per vedere una partita di calcio e siccome alla��epoca si stava in piedi (era il 1960!), nA� io nA� il mio papA� riuscivamo a vedere niente, allora il papA� mi ha messo sulle sue spalle ed io dovevo raccontargli che cosa succedeva, solo che non conoscevo le regole del gioco e nemmeno il nome dei giocatori, allora il papA� mi ha preso in braccio e mi ha detto: A�Va bene ci tornerai quando sarai piA? grande, ma almeno ti A? piaciuto qualche cosa?A�. A�SA�, ho risposto, mi A? piaciuta quella squadra con le maglie nere e azzurre!A�. Quando siamo arrivati a casa il papA� ha detto alla mamma: A�Oggi a Milano questo bambino ha scoperto la fede!A�.

Poi sentivo a tavola che i miei genitori dicevano che la fede andava coltivata, e per far questo mia madre mi mandava in chiesa e alla��oratorio del paese, il mio papA� invece mi portava a vedere l’Inter a San Siro.a�?Alla��oratorio ci andavo tutti i giorni, allo stadio una domenica sA� e una no. Ca��A? stato un periodo che la mia squadra vinceva molti scudetti e allora il mio papA� mi portava in piazza Duomo a festeggiare. Quando tornavamo a casa alla sera la mamma ci chiedeva dove eravamo stati, il papA� diceva… siamo stati in Duomo perchA� il bimbo voleva dire una preghiera di ringraziamento alla Madonnina… La mamma commossa aggiungeva: vista la sua devozione questo bambino bisognerA� mandarlo in seminario!a�?Non saprei dire se malauguratamente o per fortuna, la mia squadra a un certo punto ha smesso di vincere, io ci rimanevo male, e anche la mamma non si dava pace di come io avevo smesso di pregare e ringraziare la Madonnina.a�?a�?Nel frattempo continuavo a frequentare la��oratorio del paese; un giorno il prete, don Giancarlo, che amava Pirandello e Shakespeare almeno quanto i santi Pietro e Paolo, decise di allestire uno spettacolo teatrale e siccome il cast prevedeva oltre agli adulti tre bambini, uno grassissimo, uno altissimo e uno bassissimo, io saltai direttamente il provino ed esordii a teatro come la��attore piA? basso che avesse mai calcato le scene.a�?a�?Alla��epoca ero affetto da un complesso di inferioritA� per cui era una tragedia quando entravo in scena, mi collocavo di fianco al bimbo altissimo, e la gente rideva. Il prete mi disse che dovevo sfruttare i talenti che mi aveva regalato il Signore. A me sembrava crudele sia il Signore sia don Giancarlo. Ma il don insisteva: la tua bassezza ti regalerA� un sacco di soddisfazioni. Che cosa!? Quel corpicino che non si decideva a crescere? Io intanto non mi fidavo del don e continuavo a chiedere nelle mie preghiere al Signore di portarmi un pallone di cuoio e di farmi diventare alto 1 metro e 85. Lei lo confermerA� Eminenza, il Signore ti ascolta sempre ed esaudisce tutte le cose che chiedi, solo che devi essere abile nel distinguere la differenza tra alto e grande… finalmente un giorno ho capito, aveva ragione don Giancarlo, il teatro era il gioco piA? bello del mondo.a�?a�?Mi ricordo di essermi detto: io voglio fare la��attore. Solo che per fare certi mestieri ti tocca venire a Milano: per fare la��attore e la��Arcivescovo bisogna venire a Milano.a�?Milano A? molto diversa da quella degli Anni 60 ma A? pur sempre bellissima e stranissima. Per esempio A? una cittA� dove ci sono piA? semafori che alberi, piA? discoteche che licei classici, piA? ritrovi per happy hours che librerie, i telefonini invece sono pari con le automobili: due per ogni milanese; se per caso le capiterA� di andare a fare un giro di sera per la cittA� nei mesi invernali non le sarA� difficile incontrare dei cani con il piumino e degli uomini in canottiera. Milano A? strana.a�?a�?A Milano i parchi sono merce rara e perciA? affollatissimi: nonni che accompagnano i nipotini, badanti che accompagnano i nonni, tate che accompagnano i nipotini, amiche delle tate che fanno compagnia alle badanti, insomma, senza contare i genitori che sono da qualche parte della cittA� ad alzare il Pil della nazione, ogni nucleo famigliare A? composto da almeno 10 o 12 elementi, questo spiega, forse, la��enorme impulso della��edilizia che ha avuto la nostra cittA� recentemente.a�?a�?Milano A? una cittA� tutto sommato ordinata, non vedrA� mai code, tranne che per i saldi in via Montenapoleone o fuori dalla Caritas per il pane quotidiano, si rassicuri Eminenza ca��A? piA? gente in coda per il pane che non per il prA?t-A�-porter, anche se a Milano, si tappi le orecchie, si vendono piA? maglioni di cachemire che non copie della Bibbia. A Milano poi ca��A? una��aria particolare: invece della��ossigeno noi a Milano abbiamo il pm10, i tecnici assicurano che a Milano la��aria A? sempre stata cosA�, probabilmente fin dai tempi del Pleistocene.a�?a�?A parole tutti dicono che Milano A? brutta e invivibile, che la��aria A? irrespirabile, ma alla fine vengono tutti qua: han cominciato i barbari, gli spagnoli, i francesi, gli austriaci, i meridionali, adesso addirittura vengono da Paesi lontanissimi con lingue e dialetti difficilissimi, ma alla fine mi creda se siamo riusciti a capire i pugliesi e quelli della Basilicata riusciremo a comprendere anche quelli che vengono dalla Tunisia o dalle Filippine, dopotutto non credo che il couscous sia piA? difficile da digerire della caponata con le melanzane fritte. La��unico pericolo A? che stando a Milano si diventa un poa�� bauscia, ci si sente superiori rispetto agli altri. Mio papA� quando mia sorella ha detto che aveva un fidanzato, lui le ha chiesto: A�SarA� minga un terun?A�. Dopo una settimana di broncio gli A? passata; ora ho saputo che mio cognato, il terun, quando sua figlia di 16 anni si A? messa a frequentare un ragazzo, lui preoccupato le ha chiesto: A�SarA� mica un extracomunitario?A�. Ca��A? sempre qualcuno piA? a Sud di noi da farci sentire superiori; capita anche a quelli di Helsinki che considerano terroni quelli di Copenaghen, la stessa cosa capita tra quelli di Chiavenna e quelli di Malgrate (vero Eminenza?).a�?a�?A Milano chiude un cinema alla��anno e ogni anno sorgono 10 sushi bar, anche i teatri non se la passano tanto bene: li abbattono per costruirci dei parcheggi o dei supermercati, poi prendono la��insegna e la mettono sopra un tendone di plastica, un teatro dentro un involucro di plastica si sente provvisorio, i teatri a Milano sono a rischio un poa�� come la michetta, la nebbia e la cassoeula… ma Lei lo sa Eminenza che nella sua enorme parrocchia, nei suoi oratori, ci sono circa 120 sale per proiettare film e fare spettacoli teatrali? Io le prometto di non perdere di vista Dio, ma Lei cerchi di non perdere di vista gli oratori, raccomandi ai suoi preti di avere a cuore Santa��Ambrogio, San Carlo, ma anche Shakespeare, Pirandello, Dostoevskij, Clint Eastwood e Diego Milito, Lei non immagina che regalo che puA? fare ai ragazzi: uscire dall’oratorio con la consapevolezza di aver imparato i giochi piA? belli del mondo: il calcio, il cinema e il teatro!a�?a�?E poi le do un consiglio: Milano A? di una struggente bellezza o al mattino presto o la sera molto tardi, quando quasi tutti dormono; prenda, se puA?, una bicicletta… (non ci scriva sopra proprietA� dell’Arcivescovado, se no gliela fregano subito), una bici normale…. e vada in piazza dei Mercanti, si spinga fino nelle stradine del Carrobbio, passi davanti al palazzo degli Omenoni, continui fino davanti alla casa del Manzoni, faccia altre due pedalate fino piazza San Fedele, in quella chiesa abbiamo battezzato nostro figlio, continui, continui a pedalare… e poi capirA� perchA� Milano ha affascinato Visconti, Olmi e perchA� due tipi straordinari come Zavattini e De Sica hanno raccontato di un Miracolo a Milano, pedali e poi si fermi dietro al Duomo dove ca��A? quella��albero bellissimo, di fronte alla libreria San Paolo, si sieda per terra e legga pure un libro, le assicuro che in quel silenzio e in quella magica pace tante cose diventano comprensibili, persino i passaggi piA? oscuri di Heidegger… e capirA� che Milano le sarA� entrata nel cuore.a�?Prima di rientrare a casa si ricordi di chiudere la bicicletta con il lucchetto.a�?a�?E va bene, noi cercheremo di non perdere di vista Dio, ma lei, che, se posso dirlo, A? un poa�� come il Sindaco delle anime, ci aiuti a non perder la strada per la Madonnina.a�?E che Dio non perda di vista il suo Vescovo e Milano!

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