34a Giornata per la Vita

Domenica 5 febbraio la Chiesa festeggia la 34a Giornata Nazionale per la Vita. Per l’occasione i Vescovi italiani hanno scritto un messaggio dal titolo “Giovani aperti alla vita”. Riportiamo una riflessione di don Michele Falabretti, responsabile dell’Ufficio Pastorale dell’EtA� Evolutiva di Bergamo a cui fa seguito il testo del messaggio.

A? curioso, nel loro messaggio, il legame che i vescovi hanno voluto trovare fra la giornata della vita e il mondo dei giovani. Nulla come la vita ha il carattere dell’evidenza, eppure abbiamo bisogno di parlarne. PerchA�, per quel che ne sappiamo, di vita ne abbiamo a disposizione soltanto una: andarcene da questo mondo con un senso di gratitudine per averla vissuta e interpretata al meglio A? il sogno di tutti. CosA� i vescovi hanno insistito sul fatto che la vita ha molto a che fare con la giovinezza e le loro parole sembrano essere l’eco di un’espressione famosa di Giovanni XXIII: A�La vita A? il compimento di un sogno di giovinezzaA�.

Faccenda strana, la vita. A prima vista sembra che per comprenderla non ci sia altra strada che farne esperienza. Ma i a�?cucciolia�? vi si buttano con la sensazione che la cosa piA? importante sia a�?assaggiarea�?. CosA� A? facile cadere nella tentazione di assaggiare tutto, il piA? rapidamente possibile, senza capire a�� spesso a�� che la��esperienza non A? una��abbuffata di emozioni. Comprendere ha a che fare con attesa, pazienza e soprattutto capacitA� di fare verifica per imparare a distinguere ciA? che A? buono da ciA? che non lo A?. Qualche volta significa anche avere il coraggio di lasciarsi condurre da chi conosce giA� la strada.
Oggi le possibilitA� si sono aperte a dismisura: le esperienze possibili ai giovani sono molte e le voci che si propongono nella��offrire percorsi e proposte sono ancora di piA?. Un vantaggio? SA�, per un verso. Ma il rischio della confusione A? dietro la��angolo.
I cristiani ne sanno molto. GiA� nel secondo secolo (nella lettera a Diogneto) la loro vita veniva definita A�una forma di vita meravigliosa e per ammissione di tutti incredibileA�. La loro sapienza A? custodita nella memoria di una vita che viene da lontano, quella di GesA? di Nazareth. Una vita che non si puA? insegnare solo con il catechismo, soprattutto oggi. Quando i giovani a�� piA? che alla��esposizione di un sapere a�� sembrano dare maggior credito a esempi di vita vissuta che loro possano sperimentare.
Per questo la richiesta dei vescovi (a�?Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonianze e culturaa�?) A? particolarmente urgente. Il loro messaggio coglie con chiarezza la capacitA� dei giovani di lasciarsi scaldare il cuore: se messi alla prova, se riescono a trovare spazi di responsabilitA�, sanno essere sorprendenti. A patto di avere a che fare con adulti coerenti e capaci di fiducia: il sigillo della creazione (quello che nel documento del decennio A? definito “la vita buona del vangelo”) A? impresso nel cuore di ogni uomo. PerchA� non dovrebbe esserlo anche in quello dei piA? giovani?
Don Michele Falabretti
Direttore ufficio pastorale giovanile Bergamo
Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 34a Giornata Nazionale per la vitaa�?Giovani aperti alla vitaa�?
La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa A? testimoniata da chi non rifiuta il suo dono a�� a volte misterioso e delicato a�� e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come a�?servoa�? (cfr Lc 22,27), secondo la profezia della��Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo.Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, A? una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire la��esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita la��emarginazione di chi fa piA? fatica. La��aborto e la��eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalitA� che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtA�, la vita A? un bene non negoziabile, perchA� qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi A? debole e indifeso.In questi anni non solo gli indici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato la��animo di quanti provano rispetto e ammirazione per il dono della��esistenza.

Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono A? vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonianze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.

Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono della��esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso.

I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti a�� creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni a�� che tendono a soffocare la��impegno nella realtA� e la dedizione alla��esistenza. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati proficuamente per testimoniare una cultura della vita.

Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare la��affascinante avventura della vita.

A? una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti a�� adulti, istituzioni e corpi sociali a��, perchA� chi ama la vita avverta la propria responsabilitA� verso il futuro. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. A? un servizio spesso silenzioso e discreto, che perA? puA? ottenere risultati prodigiosi. A? un esempio della��Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltA�.

Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evidenziato come sia illusoria e fragile la��idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra piA? in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei piA? giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficoltA�: si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scoprire che cosa rende piA? aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, magari a tentoni. Nasce cosA� un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che non puA? non commuovere e stimolare anche gli adulti.

La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio.

Roma, 4 novembre 2011
Memoria di San Carlo BorromeoA�A� A�Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana

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