“Ecco chi ha dimenticato don Pino Puglisi”

Anche quel giorno si presentA? ai sicari della mafia a testa alta. A�Me la��aspettavoA� disse prima che venisse freddato, regalando ai killer il suo ultimo sorriso. CosA� il 15 settembre di 18 anni fa veniva ucciso nel quartiere Brancaccio di Palermo padre Pino Puglisi (1937-1993), il sacerdote piA? temuto dai boss mafiosi. La sua fierezza rivive oggi nella��opera che lui stesso mise in piedi proprio venta��anni fa: il Centro di accoglienza Padre Nostro guidato sin da allora daA�Maurizio Artale, il presidente. A�Proprio in questi giorni di commemorazione a�� racconta raggiante a�� abbiamo inaugurato altri nuovi spazi per i ragazzi disagiati. Ma A? dura, le istituzioni non solo non ci aiutano: ci ostacolanoA�.

Don Puglisi,A�un uomo ostinato nella sua missione di servire Cristo nei ragazzi sbandati e negli emarginati, attingeva una forza inspiegabile nella preghiera che poneva alla base di ogni sua attivitA�. Non a caso volle che il suo centro si chiamasse con le prime parole della preghiera di GesA? a�?Padre Nostroa�?. A�PensA? a�� spiega il presidente Artale a�� che essendo la preghiera piA? conosciuta, anche dai non credenti, tutti potessero vederla concretizzata in un luogo fisico dove chiunque poteva essere ascoltato e accolto. Alla��inizio non era un posto dove trovare aiuto materiale: ma semplicemente un luogo di ascolto per i ragazzi disagiati del quartiere Brancaccio. Poi nel tempo abbiamo svolto ogni forma di assistenza anche per gli adulti: sociale, psicologica, legale previdenziale, fiscalea�� Ci preoccupiamo delle domande di lavoro per i giovani, del reinserimento dei detenuti e soprattutto delle mamme e dei bambini vittime di maltrattamenti con un centro ad hocA�.

Una��ispirazioneA�dettata unicamente dalla��esigenza di annunciare il Vangelo: A�Tutto nacque a�� continua Artale – come una normale attivitA� parrocchiale: don Pino coinvolse suore e laici a girare anche per le case, perchA� voleva che il quartiere sentisse una presenza viva della comunitA� cristiana. Oggi siamo diventati punto di riferimento: con tre sedi nelle periferie calde di Palermo, a disposizione di centinaia di famiglie. Siamo 70 volontari, di cui io sono il piA? anziano (47 anni). E da poco abbiamo inaugurato un altro sogno di padre Puglisi, il campo di calcetto che in realtA� A? un centro polivalente con campi di basket, pallavolo, tennisa��A�.

Una��opera che giA� alloraA�incontrava resistenze: A�Don Pino a�� racconta Artale a�� era un uomo mite. PerA? dicono che la��unica volta che lo videro davvero arrabbiato fu proprio la mattina in cui fu ucciso. La��assessore ha testimoniato che era andato da lui per chiedere conto della scuola di Brancaccio e battA? i pugni sul tavolo. Avvertiva probabilmente la fine imminente ed era esasperato dalle inadempienze dei politici. Ma aveva una pazienza e una disponibilitA� disarmanti. Quando incontrava i giovani era capace di ascoltarli per ore ed andarsene poi senza dire nulla, lasciandoli sconcertati. Poi dopo qualche giorno ritornava da loro con un libro, di filosofia o di narrativa, adatto alle loro domandea�� Don Pino sentiva la sua vocazione come un lavoro ed era determinato a portarla avanti anche da solo. Forse se avesse avuto piA? collaborazione, anche da parte dei suoi confratelli, la mafia avrebbe avuto ancora piA? filo da torcere. PerA? lui rimase a testa alta fino alla fine. Non faceva sconti a nessuno. Ma non si poneva con la��arroganza di chi sfida, bensA� con la volontA� di chi vuole confrontarsi, anche con i criminali. Lui era nato e cresciuto a Brancaccio, conosceva tutti, e una volta lanciA? apertamente dalla��altare un appello ai mafiosi: a�?Avete dato fuoco al camion della��impresa che stava facendo i lavori in parrocchia. Ma perchA� ce la��avete tanto con chi vuole rinnovare questo quartiere? Venite fuori, parliamonea�?. Come GesA? conla Maddalena, sapeva che era suo compito cercare di recuperare anche loroA�.

E i momenti di tensioneA�non sono mancati nemmeno in questi anni: il Centro A? stato piA? volte al centro di intimidazioni. Lo stesso presidente Artale A? stato minacciato di morte: A�Penso a�� ammette oggi a�� che senza la fede sarei crollato. Ma noi sappiamo che ne basta un granello per spostare le montagne. Certo anche Borsellino diceva: a�?La paura A? normale che ci sia, in ogni uomo, la��importante A? che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, sennA? diventa un ostacolo che ti impedisce di andare avantia�?. Quando ricevetti quella telefonata anonima, sono ritornato senza esitazione al Centro. PerchA� A? piA? facile alzarsi la mattina avendo un obiettivo da perseguire che nascondersi alla propria coscienzaA�.
La lezione di don PinoA�rimane comunque viva. Sono usciti in questi anni libri toccanti comeA�E li guardA? negli occhiA�(Paoline) di Francesco Anfossi oA�A testa altaA�(Einaudi) di Bianca Stancanelli e perfino un film,A�Alla luce del soleA�con Luca Zingaretti. Alla Congregazione delle cause dei Santi in Vaticano A? stata inoltrata nel 2001 la documentazione diocesana per il riconoscimento del martirio. A�Per la gente a�� afferma il presidente del Centro a�� padre Puglisi A? giA� santo. Peccato che le istituzioni si ricordino di lui solo per figurare nelle commemorazioni e per le ghirlande. 18 anni per avere un campo di calcetto: le sembra normale? I contributi sono spesso contentini. E anzi in questi anni abbiamo dovuto fare spesso causa alle istituzioni per la��assegnazione dei finanziamenti. Non abbiamo nemmeno i soldi per le spese legali. Se facessero bandi trasparenti la gente non avrebbe motivo di andare a trovare padrini politicia�� A? una vergogna. Molti giovani son costretti a emigrare, e per giunta sono quelli che hanno piA? possibilitA�. Purtroppo la politica A? stata spesso asservita alla mafia e alla collusione. Ma don Pino ci ha insegnato a guardare sempre avanti. a�?A? importante a�� diceva – parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalitA� mafiosa, che A? poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignitA� della��uomo per i soldi. Non ci si fermi perA? ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore, ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fattiA�.A�E i frutti continuano ad arrivare: A� Ci vuole pazienza a�� assicura Artale – veniamo da decenni di dittatura criminale. Ma in questi anni il quartiere Brancaccio A? cambiato molto. Dobbiamo avere piA? coraggio anche come chiesa. PerchA� come ripeteva padre Puglisi ai volontari, dobbiamo sempre avere coscienza di avere accolto la��invito del Signore a camminare per poter dire di ciA? che si costruisce: a�?sA�, ho fatto del mio meglio. E se ognuno fa qualcosa, allora si puA? fare moltoa�?. La��ultimo a�?miracoloa�? di don Pino A? quello di averci ispirato un altro spazio a Palermo per le nostre attivitA�. Era un posto nel centro dove tutto era abusivo: parcheggi, discarichea�� Ne abbiamo ricavato una��oasi che abbiamo intitolatoA�Al BabA�in arabo porta. Una nuova porta per Palermo, quella di Puglisi: A? stretta perchA� A? quella del Vangelo. Lui la��ha attraversata per tutti noi facendoci capire che se vogliamo esser liberi la strada A? questa: le scorciatoie non ci porterebbero da nessuna parteA�.

di Antonio Giuliano

tratto daLa BussolaQuotidiana, 16-09-2011

Tag: ,