Nel dono di GesA? bambino la grazia del Signore

Pubblichiamo qui di seguito la lettera scritta da Mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo eletto di Novara, alla Diocesi in occasione del Santo Natale 2011.

Carissimi, A�conoscete infatti la grazia del Signore nostro GesA? Cristo: da ricco che era, si A? fatto povero per voi, perchA� voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertA�A� (2Cor 8,9). Inizia il nostro racconto del Signore GesA? con questa splendida a�?perlaa�? nascosta nel campo delle lettere di Paolo. In un solo versetto la��Apostolo narra tutta la vicenda di Cristo, la logica del dono che brilla nella sua vita in mezzo a noi. Essa si vede a occhio nudo nel Natale di GesA?. Nella generazione del Figlio, noi A�conosciamo la grazia del nostro Signore GesA? CristoA�. Si tratta di una��emozione che tutti conosciamo quando nasce un bimbo: il vero grande miracolo che succede ogni giorno sulla faccia della terra. Dio non si pente del mondo che ha creato e continua a donare la vita.

La logica del dono appare nella sua strabiliante bellezza. Dio dona la��esistenza e la colloca nel mondo, concede agli uomini di dare alla luce un figlio, perchA� egli possa godere della luce che fa vivere. Dobbiamo essere grati per questo miracolo che sta sotto i nostri occhi e che talvolta non vediamo. Ma A? possibile dare alla luce una vita senza donargli una luce per vivere? E che cosa��A? questa luce se non quella della fede e della speranza?

Questa A? la porta da��ingresso per conoscere, la a�?graziaa�?, la benevolenza, la��amore per gli uomini e la misericordia del Signore Nostro GesA? Cristo. Gli uomini generano figli, donano la vita, ma generare apre alla��avventura, non solo di dare la vita, ma di trasmetterla come un dono, di concedere lo spazio e soprattutto il tempo perchA� sia ricevuta e spesa come un dono. La cosa difficile oggi A? trasmettere la vita come vocazione.

Per meno di cosA� la vita A? solo procurata, ma non veramente donata. Per questo il Natale A? la festa dei bambini, e per diventare adulti nella fede occorre sempre a�?ritornare a essere come i bambinia�? (Mt 18,3). Nel Figlio GesA?, colui che A? il a�?piccoloa�? per eccellenza, noi impariamo il miracolo della��esistenza ricevuta e trasmessa, donata e condivisa. A Natale contemplate quel Bimbo nella culla: lA� vedrete la vita donata e spesa sino alla fine. Nel Presepe a�?conoscete infatti la grazia del Signore nostro GesA? Cristoa�?.
E poi tornerete nelle vostre case. Come Maria, Giuseppe, i pastori, penserete A�a tutto quanto A? accadutoA� (Lc 2,20). E guarderete la vostra casa, il volto dei vostri figli, lo sguardo del marito e della moglie, la��accorrere dei parenti, la presenza struggente degli ammalati e degli anziani, il sorriso dei disabili, la mano tesa dei poveri, la cittA� piena di luci, le stelle che brillano nel cielo. A? La notte santa! E che cosa A? a�?accadutoa�??
Dice la��Apostolo: da ricco che era si fece povero! II testo originale A? ancora piA? bello: Lui che A? e rimane ricco, che A? la pienezza inesauribile della��amore, sembra dar via tutto, si fa povero. Ma la��amore di Dio (e per grazia anche il nostro povero amore) non si consuma quanto piA? si dona, ma diventa sorgente inesauribile di vita.

Questo A? la sorpresa della��amore di Dio a Natale!

A? la misericordia che si moltiplica quanto piA? si dona, che aumenta quanto piA? si da via, che sa��arricchisce quanto piA? si fa povera. Mistero insondabile.

Eppure anche voi lo conoscete! Quanto piA? date non solo cose, ma donate presenza, fiducia, tenerezza, condivisione, tanto piA? siete arricchiti in pace, gioia, serenitA�, stima, speranza. Se la crisi tenibile di questi tempi ci aiutasse a vivere uno stile nuovo di sobrietA� e solidarietA�… La cosa piA? importante non A? avere la casa piena di cose, ma che la a�?nostraa�? casa sia abitata di luce, affetti, comprensione, gioia e pace.

Per questo la formula, che Paolo riprende dai primi cristiani, termina in modo impensabile: perchA� voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertA�. Non arricchiti dalla a�?sua ricchezzaa�?, ma riempiti della sua povertA�, del gesto che dona in pura perdita il mistero inesauribile della��amore del Padre. Questo A? il gesto che ci a�?arricchiscea�?, dinanzi al quale tutti i nostri calcoli e meschini interessi si sciolgono come la neve al sole. Questo A? la��essere a�?Figlioa�? di GesA? che ci fa a�?figli di Dioa�?. Dice infatti Giovanni: A�a quanto lo accolsero (cosA�!) ha dato il potere di diventare figli di DioA� (Gv 1,12).

Ve lo auguro di cuore con questa bella preghiera dei primi cristiani di origine giudaica: A�II Signore si A? fatto conoscere a me nella sua semplicitA�, nella sua benevolenza fece piccola la sua grandezza. Si A? fatto simile a me perchA� io lo accolga, si A? fatto simile a me perchA� io lo rivesta. Non mi sono spaventato al vederlo, perchA� lui A? la misericordia! Egli ha preso la mia natura perchA� lo possa comprendere, la mia figura perchA� non mi distolga da luiA� (Odi di Salomone 7,4ss). Buon Natale a tutti!