Riportiamo una riflessione sulla drammatica vicenda della giovane Sarah Scazzi a cura dell’Azione Cattolica Italiana.A�A�A�A�A�A�A�A�A�A�A� Clicca qui per vedere l’articolo sul sito AC

GiA� donna? O ancora bambina? O, magari, una A�ambiguaA� – aggettivo che piace tanto – via di mezzo? Ancora una volta il mondo dei grandi si trova spiazzato di fronte ad una vita, quella di Sarah, portatrice sana di una condizione esistenziale chiamata adolescenza. Condizione bella e difficile, inafferrabile armonia di alti e bassi, originalissima miscela di codici condivisi e rielaborazioni personali.

Presenti e sfuggenti, ora sorridenti ed entusiasti, un minuto dopo arrabbiati e aggressivi. Dolci come zucchero, poi amari come una brutta medicina. Troppa complessitA� per le rigide tassonomie della societA� occidentale in costante invecchiamento. E se lo zio di Sarah questa splendida etA� ha voluto distruggerla per possederla, la pubblica opinione continua senza dignitA� lo scempio della��adolescenza con ardite psicologizzazioni da ascensore, sociologismi da caffA? al bar, tautologie da enalotto.

No, Sarah non ha colpe, nA� implicite nA� esplicite. Inutile che andiate a cercarle nelle sue relazioni, nella sua agendina, nei suoi pensieri, nelle sue risposte ad un retorico questionario scolastico. Non ha provocato nulla di quanto le A? accaduto. Ha solo vissuto la sua etA�. Ha scoperto la sua bellezza come ogni ragazza di 15 anni. Si stava cimentando nella vita come tutte le sue coetanee. Provava a piacersi, e a piacere. (altro…)