Marzo
25
2011
Annunciazione: una piccola riflessione
Oggi, 25 marzo, ricorre la SolennitA� dell’Annunciazione del Signore a Maria. Ricordiamo quindi l’evento straordinario dell’irrompere di Dio nella vita della piccola e umile Maria di Nazaret attraverso la visita dell’Arcangelo Gabriele, cosA� come ci racconta il Vangelo di Luca:
“In quel tempo, la��angelo Gabriele fu mandato da Dio in una cittA� della Galilea, chiamata NA�zaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: A�RallA�grati, piena di grazia: il Signore A? con teA�.
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. La��angelo le disse: A�Non temere, Maria, perchA� hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai GesA?. SarA� grande e verrA� chiamato Figlio della��Altissimo; il Signore Dio gli darA� il trono di Davide suo padre e regnerA� per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrA� fineA�.
Allora Maria disse alla��angelo: A�Come avverrA� questo, poichA� non conosco uomo?A�. Le rispose la��angelo: A�Lo Spirito Santo scenderA� su di te e la potenza della��Altissimo ti coprirA� con la sua ombra. PerciA? colui che nascerA� sarA� santo e sarA� chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito ancha��essa un figlio e questo A? il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla A? impossibile a DioA�.
Allora Maria disse: A�Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parolaA�. E la��angelo si allontanA? da lei.”Riportiamo una brevissima riflessione del biblista don Silvio Barbaglia:
Oggi A? il 25 marzo, solennitA� dell’Annunciazione e pensavo durante la Messa questa mattina: “Questa, dopo la Pasqua, A? la solennitA� piA? importante di tutto l’anno liturgico, A? la memoria dell’Incarnazione, senza la quale non ci sarebbe il Natale…: senza 25 marzo, nove mesi prima, non c’A? 25 dicembre!”. Se A? vero che dalla Pasqua prende senso ogni festa liturgica A? altrettanto vero che dall’Annunciazione (solennitA� cristologica piA? che mariana) prende senso l’inizio della pienezza della storia della nostra salvezza, in GesA? Cristo, Logos fatto carne!
Eppure non A? neppure festa di precetto! Ben piA? importante del Natale, a ben vedere, eppure… va’ a capire…
E’ come andare a Nazaret, il piA? importante santuario mariano del mondo intero: c’A? giusto qualche gruppo di pellegrini che visita questo santuario ogni giorno, ma ben altre folle si vedono normalmente a Lourdes, Fatima e aggiungiamoci pure Medjugorje…
Ecco l’equazione poco teologica e liturgica ma molto “nelle corde” di ciA? che muove i sentimenti e gli interessi degli uomini e donne di fede: Nazaret sta agli altri importanti santuari mariani, come la solennitA� dell’Annunciazione sta al Natale, all’Immacolata, all’Assunta, ecc…
Qui di seguito invece una descrizione accurata del mosaico qui sopra raffigurante la famosa scena evangelica:
Questa scena della��Annunciazione A? composta dentro il rotolo della Parola. Come le cortine di una tenda, la��angelo apre il rotolo della Scrittura, ad indicare che la��incarnazione, Dio che si fa corpo, A? qualcosa di giA� inscritto nella Parola. Dalla Parola alla��Immagine, dalla��ascolto alla visibilitA�, dal Verbo alla carne: cosA� si puA? esprimere il mistero della��Annunciazione. Dio aderisce totalmente alla��umano, si coinvolge con la��uomo assumendo la sua storia, si fa uomo grazie a Maria di Nazaret. Un Dio inaccessibile, assoluto ed eterno, inabita il grembo di una Vergine.
La Madonna, con la��apertura del suo mantello, indica la��accoglienza della Parola, del Verbo, di Dio. La Vergine la��accoglie con profondo raccoglimento e disponibilitA�. La��energia del dono di Dio ha bisogno di una��altra energia, purificata e raffinata da secoli di attesa: la��energia della��accoglienza offerta da Maria, figlia di Sion. Plasmata dallo Spirito e dalla Parola nella quale abita, Maria intuisce che la��attivitA� piA? feconda della��uomo A? quella di mettersi in grado di ricevere in sA� il suo Dio. Maria dice il suo a�?sA�a�?, e allora interviene lo Spirito ad unire la��energia divina e quella umana, il dono e la��accoglienza: nasce GesA?, non piA? le parole del Verbo, ma il Verbo del Padre in persona, non piA? una legge esteriore alla��uomo, ma la grazia che nasce nella nostra umanitA� da Maria, a�?piena di graziaa�? (Lc 1,28).
Maria ha in mano un gomitolo. Il gomitolo A? apparso nella��iconografia per indicare la tessitura della tenda del tempio alla quale, secondo gli apocrifi, Maria si sarebbe dedicata nella sua fanciullezza. La Madonna tesse il velo del tempio, di quel nuovo tempio che A? il Corpo di Cristo, dal momento che dA� la carne al Verbo di Dio. Fino ad allora si ascoltava la Parola, da quel momento in poi la si contempla, perchA� la Vergine di Nazaret, diventando Madre di Dio, gli ha dato la carne, il corpo, cioA? la visibilitA�.