Maggio
06
2010
San Domenico Savio visto da vicino
Domenico Savio nacque il 2 aprile 1842 a San Giovanni, frazione di Riva presso Chieri, agli estremi confini della provincia e della diocesi torinese. Fu il secondo di ben dieci fratelli. Alla fine del 1843 la sua famiglia si trasferA� a Murialdo, frazione di Castelnuovo da��Asti, odierna Castelnuovo Don Bosco. Qui nel 1848 Domenico iniziA? le scuole e nella chiesa parrocchiale del paese ricevette la prima Comunione. Proprio in tale occasione, alla��etA� di appena sette anni, tracciA? il suo progetto di vita che sintetizzA? in quattro propositi ben precisi: a�?Mi confesserA? molto sovente e farA? la Comunione tutte le volte che il confessore me ne darA� il permesso. Voglio santificare i giorni festivi. I miei amici saranno GesA? e Maria. La morte ma non peccatia�?.
Il 2 ottobre 1954 Domenico, ormai dodicenne, incontrA? Don Bosco ai Becchi. Il santo educatore rimase sbalordito da questo ragazzo: a�?Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia di Dio aveva operato in cosA� tenera etA�a�?. Con la sua innata schiettezza il ragazzo gli disse: a�?Io sono la stoffa, lei ne sia il sarto: faccia un bella��abito per il Signore!a�?. Nel giro di soli venti giorni potA� cosA� fare il suo ingresso nella��oratorio di Valdocco a Torino. Si mise dunque a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli consigliA? per a�?farsi santoa�?, il suo grande sogno: allegria, impegno nella preghiera e nello studio, far del bene agli altri, devozione a Maria. Scelse il santo come confessore e, affinchA� questi potesse formarsi un giusto giudizio della sua coscienza, volle praticare la confessione generale. IniziA? a confessarsi ogni quindici giorni, poi addirittura ogni otto.
Domenico imparA? presto a dimenticare se stesso, i suoi capricci ed a diventare sempre piA? attento alle necessitA� del prossimo. Sempre mite, sereno e gioioso, metteva grande impegno nei suoi doveri di studente e nel servire i compagni in vari modi: insegnando loro il Catechismo, assistendo i malati, pacificando i litigi.
Un giorno spiegA? ad un ragazzo appena arrivato alla��Oratorio: a�?Sappi che noi qui facciamo consistere la santitA� nello stare molto allegri. Facciamo soltanto in modo di evitare il peccato, come un grande nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore, di adempiere esattamente i nostri doveria�?.
La��8 dicembre 1854, quando papa Pio IX proclamA? il dogma della��Immacolata Concezione di Maria, Domenico si recA? dinnanzi alla��altare dedicato alla Madonna per recitarle questa preghiera da lui composta: a�?Maria, ti dono il mio cuore. faa�� che sia sempre tuo. Fammi morire piuttosto che commettere un solo peccato. GesA? e Maria, siate voi sempre i miei amicia�?. Due anni dopo fondA? con un gruppo di amici la a�?Compagnia della��Immacolataa�?: gli iscritti si impegnavano a vivere una vita intensamente cristiana e ad aiutare i compagni a diventare migliori. La��amore a GesA? Eucaristia ed alla Vergine Immacolata, la purezza del cuore, la santificazione delle azioni ordinarie e la��ansia di conquista di tutte le anime furono da quel momento il suo principale scopo di vita.
Nella��estate del 1856 scoppiA? il colera, malattia a quel tempo incurabile. Le famiglie ancora sane si barricarono in casa, rifiutando ogni minimo contatto con altre persone. I colpiti dal male morivano abbandonati. Don Bosco pensA? di radunare i suoi cinquecento ragazzi, invitando i piA? coraggiosi ad uscire con lui. Quarantaquattro, tra i ragazzi piA? grandi, si offrirono subito volontari. Tra di essi in prima fila spiccava proprio Domenico Savio. Ammalatosi ancha��egli, dovette fare ritorno in famiglia a Mondonio, dove il 9 marzo 1857 morA� fra le braccia dei genitori, consolando la madre con queste parole: a�?Mamma non piangere, io vado in Paradisoa�?. Con gli occhi fissi come in una dolce visione, spirA? esclamando: a�?Che bella cosa io vedo mai!a�?.
Il papa Pio XII beatificA? Domenico Savio il 5 marzo 1950 e lo canonizzA? il 12 giugno 1954. Domenico, quasi quindicenne, divenne cosA� il piA? giovane santo cattolico non martire. I suoi resti mortali sono venerati nella Basilica torinese di Maria Ausiliatrice. A? patrono dei pueri cantores, nonchA� dei chierichetti, entrambe mansioni liturgiche che svolse attivamente. Altrettanto nota A? la sua speciale protezione nei confronti delle gestanti, tramite il segno del cosiddetto a�?abitinoa�?, in ricordo del miracolo con cui il santo salvA? la vita di una sua sorellina che doveva nascere.
La memoria liturgica del santo A? stata fissata per la Famiglia Salesiana e per le diocesi piemontesi al 6 maggio, in quanto la��anniversario della morte cadrebbe in Quaresima.
Dalla lettera del Rettor Maggiore dei Salesiani don Pascual ChA�vez per il 150A� anniversario della morte di San Domenico Savio
Scrivo a voi ragazzi e giovani:
voi siete sempre stati la grande passione di Don Bosco. Per voi egli si A? speso fino alla��ultimo respiro. Voi siete, oggi piA? che mai, nel mio cuore e siete a�?il motivo di vitaa�? di quanti hanno scelto di impegnarsi nella missione salesiana. Scrivo a voi perchA� conosco a�?la vostra famea�? di proposte vere. Scrivo a voi perchA� conosco a�?la vostra setea�? di gioia profonda. In questo giorno dedicato a Domenico Savio vi invito a guardare a questo giovane che con la sua vita vuole essere un modello vero per tutti voi. Egli vi rende partecipi dei suoi segreti.
Il primo A? quello di essere capaci di grandi ideali. Soprattutto, lasciatevi prendere dal desiderio di una vita cristiana di alta qualitA�. Questo significa inserire chiaramente nel vostro progetto di vita la��obiettivo e la volontA� di essere a�?santia�?. Questo A? stato il grande desiderio di Domenico Savio; questo sia anche un desiderio coltivato nel cuore di ciascuno di voi.
Il secondo segreto che Domenico vi insegna A? che la nostra vita cristiana viene continuamente a�?guarita e rinnovataa�? dal sacramento della Riconciliazione e diventa forte nutrendosi del a�?Pane della Vitaa�? nella��Eucaristia. A dispetto di ogni difficoltA�, possiamo essere dei forti vivendo una vera relazione di amicizia con il Signore GesA?, attraverso la��esperienza sacramentale. In questo cammino di vita cristiana Maria, come Immacolata ci A? accanto per indicarci la bellezza di ciA? che A? buono, giusto, puro, amabile, degno di lode, e come Ausiliatrice ci sostiene e protegge nelle difficoltA� del cammino.
Il terzo segreto A? quello di donare fin da��ora la nostra vita per gli altri. Essere dei veri a�?lottatori del benea�?, impegnati nel servizio, portatori di speranza e di gioia. Sempre disposti a tutto per far crescere il bene e combattere il male, proprio come ha fatto Domenico Savio. Sarete capaci di tutto questo? Io ne sono sicuro, ma ad una condizione: che sappiate scegliervi una guida che accompagni il vostro cammino. Carissime/i, sceglietevi a�?il vostro Don Boscoa�?! CosA� ha fatto Domenico e la sua vita ha dato quei frutti abbondanti che tutti noi conosciamo. Io, da parte mia, come successore di Don Bosco, vi sono vicino, vi incoraggio e quotidianamente vi ricordo nella preghiera.