Almeno una volta nella vita abbiamo sognato di diventare santi, di essere santi.

Affaticati dal peso delle nostre contraddizioni, per un momento abbiamo intravisto la possibilitA� di fare unitA� e luce in noi.

Inorriditi dal nostro egoismo abbiamo, per lo meno nel desiderio, spezzato le catene condizionanti dei sensi e intravisto la possibilitA� di una vera libertA� e autentico amore.

Annoiati da una vita borghese e fiacca ci siamo visti sulle strade del mondo portati di un messaggio di luce e di fratellanza capaci di offrire sulla��altare della��amore gratuito la testimonianza di una vita in cui il primato della povertA� e della��amore avrebbe facilitato le comunicazioni e i rapporti coi fratelli.

A? allora che Francesco in qualche modo A? entrato nella nostra vita.

A? difficile che esista cristiano – cattolico, protestante, ortodosso che sia – che non abbia identificato il concetto di santitA� nella��uomo con la figura di Francesco da��Assisi e non abbia in qualche modo desiderato di imitarlo.

Come GesA? A? il fondamento, Maria la madre e Paolo la��apostolo delle genti, cosA� Francesco A? il tipo che incarna in tutte le Chiese la figura ideale della��uomo che tenta la��avventura della santitA� e che la esprime in un modo veramente universale. Chi ha pensato possibile la santitA� nella��uomo la��ha vista nella povertA� e nella dolcezza di Francesco, sa��A? unito alla sua preghiera nel Cantico delle Creature, ha sognato il superamento del limite dovuto alla incredulitA� e alla paura al di lA� del quale si possono ammansire i lupi e parlare ai pesci e alle rondini.

Direi che Francesco di Assisi A? nel fondo di ogni uomo, toccato dalla grazia, come A? nel fondo di ogni uomo il richiamo alla santitA�.

E in tutti i tempi Francesco, pur essendo ben incarnato nella storia, lo puoi mettere fuori della storia. (altro…)