Articoli marcati con tag ‘martini’

Il senso della Pasqua per chi non crede

sabato, 16 Aprile 2011

Proponiamo una bella riflessione sulla Pasqua di Carlo Maria Martini, cardinale emerito di Milano, pubblicata su Avvenire lo scorso 15 aprile.

Mentre il Natale suscita istintivamente la��immagine di chi si slancia con gioia (e anche pieno di salute) nella vita, la Pasqua A? collegata a rappresentazioni piA? complesse. A? la vicenda di una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, di una��esistenza ridonata a chi la��aveva perduta. PerciA?, se il Natale suscita un poa�� in tutte le latitudini (anche presso i non cristiani e i non credenti) una��atmosfera di letizia e quasi di spensierata gaiezza, la Pasqua rimane un mistero piA? nascosto e difficile. Ma tutta la nostra esistenza, al di lA� di una facile retorica, si gioca prevalentemente sul terreno della��oscuro e del difficile. Penso soprattutto, in questo momento, ai malati, a coloro che soffrono sotto il peso di diagnosi infauste, a coloro che non sanno a chi comunicare la loro angoscia, e anche a tutti quelli per cui vale il detto antico, icastico e quasi intraducibile, senectus ipsa morbus, A�la vecchiaia A? per sua natura una malattiaA�. Penso insomma a tutti coloro che sentono nella carne, nella psiche o nello spirito lo stigma della debolezza e della fragilitA� umana: essi sono probabilmente la maggioranza degli uomini e delle donne di questo mondo. (altro…)

La fede rinasce nella notte

giovedì, 11 Novembre 2010

Una riflessione pacata e profonda del Card. Martini sulla fede e le sue dinamiche (da www.avvenire.it)

Queste parole mi fanno sempre molta impressione, perchA� non mi A? mai capitato di dire: A�La mia anima A? triste fino alla morteA�; ci sono stati momenti di tristezza, ma proprio di essere schiacciato, di essere stritolato non mi A? mai successo. Penso quindi che a GesA? sia accaduto qualcosa di terribile. Che cosa sarA� stato? Probabilmente la previsione imminente della passione; forse GesA? non sapeva tutti i particolari, ma sapeva che gli uomini ce la��avevano con lui, volevano eliminarlo nella maniera piA? crudele possibile. Sapeva di essere in mano a uomini cattivi: questo A? giA� un motivo di paura e di angoscia. Ma poi probabilmente sentiva su di sA� tutta la��ingiustizia del mondo e questo A? qualcosa che non si puA? sopportare; la��ingiustizia del mondo che si esprime nelle guerre, nelle carestie, nelle oppressioni, nelle forme di schiavitA?, che A? immensa e percorre tutta la storia. E quando noi ci fermiamo a considerare questa ingiustizia, siamo come senza fiato, siamo schiacciati. (altro…)