Post in Attività
Settembre
05
2013
L’OBQ dA� “Una mano per la scuola”
L’attenzione alla persona ed alla famiglia passa anche attraverso i piccoli gesti di assistenza reciproca. Ecco perchA� aderiamo a questa interessante iniziativa sociale promossa da Nova Coop.
Le condizioni di difficoltA� economica in cui si trovano oggi molte famiglie hanno serie ripercussioni anche per il prossimo avvio del nuovo anno scolastico. Nova Coop, attenta ai problemi sociali del proprio territorio, ha lanciato per venerdA� 6 e sabato 7 settembre l’iniziativa “Una mano per la scuola”. (leggi tutto)
NoiA�saremo presenti nell’ipermercato NovaA�Coop all’interno del Centro Commerciale “Il Gallo” di Galliate (mappa) con un banchetto.
Cosa facciamo? Invitiamo le persone che si trovano lA� per fare la spesa ad acquistare del materiale scolastico ed a donarlo. Poi la Parrocchia si preoccuperA� di farlo avere alle famiglie piA? bisognose. Insomma, lo spirito A? lo stesso della Colletta Alimentare Nazionale, ma sta volta lo facciamo con il materiale scolastico!
Se vuoi partecipare ai turni di assistenza nel supermercato, scrivici la tua disponibilitA� (basta anche solo un’ora!).
Se invece vuoi sapere qual’A? il punto vendita piA? vicino nella tua cittA� che aderisce all’iniziativa, trovi tutto in questo documento:A�ONLUS del “Banco Scolastico” per cittA�
Ti aspettiamo!
Settembre
02
2013
Don Fabrizio Cammelli A? arrivato!
Ieri, domenica 1 settembre, don Fabrizio Cammelli ha finalmente fatto il suo ufficiale ingresso a Galliate!
Noi nella S. Messa Solenne, l’abbiamo accolto con queste parole:
Le migliori pubblicitA� d’auto mostrano il prezzo “chiavi in mano”: questo sottintende di solito che ci si impegna a realizzare quanto promesso e a rispettare gli accordi senza sorprese.
Noi ti consegniamo il nostro oratorio “chiavi in mano”.
PerchA� questo oggetto ha diversi significati:
– A? unico, ha uno scopo ben preciso: A? destinata ad aprire una e una sola serratura;
– porta con sA� un mistero: non ha valore finchA� non se ne conosce il suo utilizzoa��non va sottovalutata, ma A? a�?inutilea�? se non viene sostenuta dalla costante ricerca della veritA� di cui A? portatrice;
– implica la responsabilitA� di custodire quanto A? stato affidato: chi ha una chiave ha la possibilitA� di accedere ad un luogo, a delle informazioni, quindi deve preservare l’integritA� dello stesso e di ciA? che lo arricchisce.
Con queste chiavi ti affidiamo simbolicamente anche noi stessi, perchA� non dovrai prenderti cura solo di una struttura, di qualche muro un po’ scalcinato; sarai responsabile per tutti noi, guida e parte integrante della nostra comunitA�.
Ti apriamo le porte del nostro oratorio e dei nostri cuori, sicuri che, accogliendo te, accogliamo anche Cristo che ti ha chiamato tra noi.
– I giovani dell’Oratorio
Dopo la messa ci siamo spostati in Oratorio per fare festa. Come si fa nelle grandi occasioni, abbiamo preparato per lui tre piccoli doni, ma con grande significato:
Il progetto educativo:A�uno strumento prezioso. Ci ricorda chi siamo, chi siamo stati, quali sono le finalitA� dell’Oratorio. Le chiavi per aprire tutte le porte, una alla volta e scoprire gli spazi che abbiamo a disposizione. Ed unaA�mappa, perchA� sono tante, ed una guida A? un grande aiuto per imparare quali sono quelle giuste. La maglietta dei giovani dell’Oratorio, perchA� ci aiuta a sentirci uniti; A? la “divisa” del quotidiano e della festa.Grazie a tutti coloro che hanno partecipato ieri! Un ringraziamento specialeA�agli amici di Gozzano, che invitiamo a tornare a trovarci.
Pronti a partire per una nuova avventura? Benvenuto don Fabrizio!
Agosto
02
2013
Giornata di spiritualitA� al Varallino
Chi desidera partecipare puA? scrivere adA�oratoriogalliate@gmail.comA�entro il 17 agosto, per prenotare posto a il pranzo.
Luglio
26
2013
Dal Camposcuola Elementari-Medie 2013 a Zornasco
Luglio
15
2013
Il Grest 2013 A? finito: ecco cosa abbiamo imparato
Sabato c’A? stata la festa ed un altro capitolo importante si A? chiuso.A�Sono passate tante persone dalla Sala don G. Manfredda e poi dall’Oratorio. Non sappiamo quante esattamente, forse piA? di 400. Di sicuro c’A? che tutti non ci siamo stati. Ed A? anche per questo la serata ci ha riempito il cuore.A�C’A? stato il momento della musica, degli scherzi, dei canti, dei balli, del rap, della cucina, dell’informatica, della missione, della testimonianza, della preghiera ed infine dei ringraziamenti.
Ma non c’A? storia che non insegni qualcosaNoi animatori abbiamo imparato tanto, ma non siamo i soli a poterlo dire.A�Nell’ultima settimana di Grest infatti abbiamo chiesto ai ragazzi di scriverci su dei foglietti delle piccole storie che avessero questi due inizi: “Incontrarsi A? importante perchA?…”A�eA�“Quello che racconta qualcosa di me A?…”. Proprio perchA� il tema “Everybody” parlava del corpo.
Le risposte sono state tante, cosA� abbiamo provato a farne un esperimento di scrittura collettiva, mescolandole tutte insieme in due storie raccontate attraverso le parole dei protagonisti della storia del nostro Grest: Kat ed Albert.
Le parole scritte in grassetto sono quelle dei ragazzi, di tanti ragazzi diversi, cosA� come ce le hanno scritte sui foglietti con carta e penna. Eccole.
“Incontrarsi A? importante perchA?…”Kat,A�la ragazza che ha aiutato Albert a costruire il robot,A�ci racconta che le relazioni sono importanti.
Qualche tempo fa a scuola abbiamo letto un articolo sul giornale, mi pare parlasse di solitudine anche se non sono sicura. La prof A? venuta fuori con la storia che noi siamo “nativi digitali”. Quelli della mia etA� dico, che adesso vanno alle medie. Ad essere onesta non so bene cosa voglia dire in modo preciso, ma penso che abbia a che fare con il fatto che quando noi abbiamo imparato a leggere, internet, gli smartphone e l’iPad c’erano giA�,A�MentreA�quelli nati prima di noi non li avevano, oppure se li sono trovati lA� quando erano giA� piA? grandi.
Beh, fatto stA� che la prof ci ha fatto tutto uno spiegone noioso sul non esagerare con il computer e il cellulare. Che quando era piccola lei doveva prendere la bicicletta, uscire di casa ed andare a suonare il campanello della sua amica anche solo per parlarle, che si scrivevano le lettere con la carta e la penna a stilo. Invece con i cellulari si rischia solo di parlare solo di cose superficiali. Tra la��altro con un sacco di abbreviazioni strane che a lei che A? di Italiano, la fanno andare in bestia. E pure che ti fanno male gli occhi dopo.
A dir la veritA�, ai miei compagni di classe non l’ho detto che la prof A? stata un po’ noiosa, sA�… ma ha detto cose vere.
Penso che vedersi di persona non solo sia meglio, ma non ne potrei fare a meno. Anzi, vi faccio un esempio. Io mando messaggi alla mia migliore amica abbastanza spesso, A? vero, ma A? perchA? la conosco da cinque anni e ci diciamo tutto, per cui quando proprio non riusciamo a vederci messaggiamo. PerA? appena posso corro da lei, a casa sua, viene lei da me, oppure ci vediamo in oratorio. PerchA? A? piA? divertente, perchA? si puA? giocare insieme, il che mi da tanta soddisfazione in piA?.
Vuoi mettere usare tutti i 5 sensi e vedere il suo viso in carne ed ossa? Posso parlarle liberamente. E capire i sentimenti che prova. Sono diventata talmente brava a capire cosa mi sta per dire osservand
o solo quello che fa. Anche se A? arrabbiata, o triste.
Nel vedersi c’A? molto di piA? che in un SMS o in una mail, cose che
spesso sono senza emozioni. Le emozioni che si trasmettono quando sei con gli altri non sono le stesse di quando premi invio sul cellulare.
Solo di persona puoi vedere negli occhi l’emozione di un amico quando sta per dirti che uno dei suoi sogni si A? avverato… oppure le lacrime di gioia di una madre che tiene tra le braccia il suo bambino tanto atteso. O ancora sentire le risate dei tuoi compagni di scuola… Come si puA? vivere solo di cellulari quando vedersi direttamente A? cosA� bello?
Penso che quelli lA� siano solo degli strumenti, e sopratutto servono per farci sentire piA? vicini quando non possiamo vederci, perchA? ci manca il tempo o siamo troppo distanti per farlo. Ma vedersi A? tutta una��altra cosa, che se ti fanno male gli occhi non A? colpa di uno schermo, ma A? solo perchA? hai pianto un pochino per un emozione. A volte di tristezza, tante volte di felicitA�.
Kat
“Quello che racconta qualcosa di me A?…”Albert,A�lo scienziato che ha pensato e costruito il robot,A�racconta di corpo ed identitA�.
Costruendo il robot mi sono accorto di una cosa: il corpo A? una cosa importantissima.A�Non ci avevo mai pensato su, perchA� mi sembrava normale, insomma; un corpo lo abbiamo tutti no? Eppure il nostro robot all’inizioA�non aveva niente, nemmeno le mani e le braccia; quindi mi sono fermato e mi sono detto: ed il mio di corpo? Chi mi ha pensato, come ha scelto la giusta proporzione fra mani e spalle? Magari c’A? qualcuno che ha provato a montarmi un bel po’ di nasi, chissA� come sarei stato se ne avessi avuto uno enorme o uno a punta come Dante!
Il mio corpo a volte mi piace, a volte no. Si dice che gli scienziati siano un po’ strani, ed A? vero! Eppure anche noi scegliamo bene come mostrarci, insomma non tutti capirebbero la nostra genialitA�. Sembra banale, maA�il modo di vestirsi cambia molto il modo in cui ci guardano gli altri.
Tra l’altro, sono proprio gli occhi la parte che piA? mi piace del mio corpo. Non potevano montarmene una migliore! CioA?, un paio di occhi azzurri come cielo o verdi brillanti non li avrei disprezzati, ma anche con i miei sto alla grande! Tutti dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima no, ma io nei miei non ci vedo molto, sarA� che sono un po’ miope. Inoltre gli occhi mi piacciono perchA� trasmettono le emozioni, per esempio, quando Kat A? triste lo capisco subito guardandola negli occhi.
Le mie compagne di scuola, invece, pensano che siano il trucco e i vestiti alla moda le cose piA? importanti.A�PerA? a volte guardandole vedo solo dei gusci vuoti, quasi mi verrebbe voglia di aggiustarle! Quando sono con loro perA?, prendo il mio cappellino preferito e lo tengo basso sulla faccia, che un po’ mi vergogno, ma forse non solo di me.
C’A� una cosa che non ho potuto costruire del nostro robot: il carattere. A? vero che non A� una parte del corpo, perA? A� sempre un attributo che ci presenta e permette di relazionarci con gli altri. Se avessi potuto scegliere, avrei voluto avere il carattere di Kat: il suo sorriso A� contagioso e ha rispetto per tutti.Immaginate che bello sarebbe se tutti fossero solari ed educati?
SarA? anche vero che siamo belli proprio perchA� siamo tutti diversi, ma io ora faccio una cosa: con le persone che incontro sorriderA? sempre, non si sa mai che qualcuno inizi a copiarmi!
Albert